L’arte dell’intreccio: una tradizione artigianale antica
La zona del Delta del Po è una porzione di territorio che ha visto nascere, fin dagli albori, l’arte dell’intreccio di canne palustri. E’ una zona in cui terra e acqua si incrociano e danno vita a una vasta area palustre in cui abbondano canna, stiancia, diverse varietà di giunco lacustre e carice. Questo particolare habitat ha dato da lavorare a uomini e donne, offrendo loro una possibilità in più di far fronte alle poche risorse economiche a disposizione, utilizzando un prodotto locale a costo zero, in armonia con la natura.
Secondo le fonti, la lavorazione delle canne palustri ha avuto il suo primo centro, intorno al 1300, a Villanova di Bagnavallo, una località di modeste dimensioni situata non lontano da Ravenna. Qui oggi è possibile visitare l’ecomuseo delle erbe palustri che, tra le tante attività, si interessa di raccogliere e custodire le testimonianze della cultura materiale della comunità locale.
L’arte dell’intreccio: 3 curiosità
1. Come creare un cestino
Se volete provare a realizzare un cestino vimini provate a seguire queste indicazioni:
- Procuratevi un numero pari di ramoscelli, ad esempio otto, ed iniziate a realizzare il fondo del cestino. Separate quattro di questi ramoscelli al centro con un punteruolo.
- Dall’apertura creata fate passare gli altri quattro ramoscelli, formando una croce che costituisce la base.
- A questo punto, intrecciate i rami con un diametro più piccolo intorno al centro della croce.
- Si continua con la formazione della struttura, con ramoscelli di diametro maggiore (montanti), su cui si baserà l’alzata del cesto. I montanti devono essere posti equidistanti tra loro, proprio perché andranno a formare la struttura stessa dell’alzata.
- Si procede dunque con la tessitura. La tessitura classica prevede l’utilizzo di tre ramoscelli: ogni ramoscello che dà forma al tessuto del cesto deve essere intrecciato attorno ai montanti, passando prima sopra a due e poi sotto a uno.
- Quando i ramoscelli utilizzati per la tessitura si esauriscono, essendo impiegati in tutta la loro lunghezza, devono essere sostituiti con dei nuovi, lasciando la parte terminale dei vecchi ramoscelli sotto la base del cesto, in modo da non rendere visibili le giunzioni e non rovinare l’estetica del manufatto.
2. Rattan, vimini, rafia e giunco: come riconoscerli?
Rattan: Il rattan è una fibra vegetale ricavata dalla lavorazione di alcunespecie di palme del sud-est asiatico. E’ un materiale spesso e rigido, particolarmente resistente, adatto a mobili robusti ma di facile manutenzione. È molto leggero ma per la sua robustezza è ideale per la realizzazione di poltrone e divani. Con le dovute precauzioni può essere usato anche all’esterno.
Vimini: il vimini ha una forma conica ed è costituito da un’unica fibra molto solida. E’ più sottile, flessibile e malleabile rispetto alle altre fibre. Queste sue caratteristiche permettono di ottenere intrecci più stretti e precisi. E’ adatto alla realizzazione di cesti, mobili, completi d’arredo. Esiste anche in forma sintetica.
Rafia: l’arte dell’intreccio riguarda anche la rafia. Come il rattan, anch’essa deriva dalle foglie di una palma. Si presenta, al tatto, molto morbida ed ha una trama più fine. Con la rafia vengono realizzati cesti, cappelli, borse, sandali e tappeti.
Giunco: Il giunco è una fibra naturale che viene raccolta in lunghi fili. E’ un materiale resistente, capace di donare più calore e naturalezza ad alcuni ambienti. Inoltre ha una lunga durata, motivo per cui è spesso la fibra preferita per molti tipi di sedili.
3. L’arte dell’intreccio: i nostri prodotti
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